Archivio mensile:aprile 2009
Storie di una storia
Le mie storie non durano.
Sono a tempo. Cariche come bombe ad orologeria.
Le mie storie non durano perchè (io) sono difficilmente modificabile.
Sono un monolita. Prendere o lasciare.
Che non vuol dire che sia una strega.
Ma non mi lascio imbrigliare, nè addomesticare.
Sono stata una yesgirl. Poi quella ragazza è morta.
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Passar di mano
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Tema
Tema: un giorno qualcuno ti chiederà:
“Cosa pensi dell’amor?”
Amor… amor…amor… amor…
(apre il tema Sergio)
Penso che l’amor sia la più bella cosa che
dia felicità, ma quel che credo è poi verità?
Vedo tutti che si dan da fare per trovar
una donna che col pianto in gola poi li lascerà.
Viva, viva l’amor, è per l’amore che si canta
viva, viva l’amor, e per l’amore ancora si vivrà.
Amor…amor…amor amor…
(continua il tema Giacomo)
Amore è una parola, l’amore vero non esiste,
è solo nei sogni di chi ha passato una triste gioventù.
E’ un sentimento che ora è vicino con la tua mano,
cade come una stella, ed è lontano mille anni fa.
Viva, viva l’amor…
Amor… amor…amor… amor…
(seguita il tema Francesco)
Un’estate fa per molte notti insieme a lei
ho creduto che fosse davvero gelosa di me.
Sola la lasciai, ma poi in silenzio ritornai,
ed ho scoperto che trovava chi consolava il suo cuor…
Viva, viva l’amor…
Amor…amor… amor… amor…
(conclude Enrico Maria Papes)
Credo nell’amor, in ciò che sente il nostro cuor,
so di non sbagliar se dico che l’amicizia lo può dar.
L’arte è nel cuor, e la famiglia è calor,
poi una donna c’è per completare questo nostro amor…
Viva, viva l’amor…
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Casualità
Chi si si trovava a passare per L’Aquila la notte del 6 aprile? Se tanto mi dà tanto…
Pubblicato su celie
Buona educazione
Pubblicato su eventi spillone ferire
Canto di tuoni
Pubblicato su eventi destino pugnalate
Ogni mattina arriva un treno…
Se torno a nascere…
Realizzerò il mio sogno.
Saprò ribellarmi alle ingiustizie con forza.
Sarò più incisiva e determinata.
Non commetterò più certi sbagli.
Dirò sempre quello che ho dentro.
Non ti lascerò andar via per nulla al mondo.
Peccato che, ad occhio e croce, mi toccherà rinascere cane.
Pubblicato su amore, metempsicosi
Non siamo, non siamo, non siamo
La vedi nel cielo quell’alta pressione? La senti una strana stagione,
ma a notte la nebbia ti dice d’un fiato che il dio dell’inverno è
arrivato.
Lo senti un aereo che porta lontano? Lo senti quel suono di un piano,
di un Mozart stonato che prova e riprova ma il senso del vero non trova?
Lo senti il perché di cortili bagnati, di auto a morire nei prati,
la pallida linea di vecchie ferite, di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente? Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato, stagione, cortile o un prato.
Conosci l’odore di strade deserte che portano a vecchie scoperte,
a nafta, telai, ciminiere corrose, a periferie misteriose,
a rotaie implacabili per nessun dove, a letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse, e i sedili di un’ex terza classe,
l’angoscia che dà una pianura infinita? Hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla? Lo sai che non siamo più
nulla?
Non siamo una strada né malinconia, un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita, non siamo né un giorno né vita.
Non siamo la polvere di un angolo tetro né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano, non siamo, non siamo, non
siamo.
Si fa a strisce il cielo e quell’alta pressione è un film di seconda
visione,
è l’urlo di sempre che dice pian piano: non siamo, non siamo, non siamo.
Pubblicato su spleen