A te che hai fatto buoni propositi che non manterrai.
A te che nemmeno ci pensi, a fare buoni propositi.
A te che mangi poco e vuoi diventare muscoloso come un wrestler, senza voler capire che dovresti allenare il cervello, che non è un muscolo ma che li batte tutti centomila a zero.
A te che preparerai il pranzo di capodanno per una decina di irrisolti, perchè è quello che fai da una vita.
A te che hai preso la tua famiglia e l’hai portata fuori, a vedere i fuochi di un anno nuovo diverso.
A te che anche stanotte dovrai baciare uno psicopatico solo per non turbare le tue figlie.
A te che tanto, qualunque cosa accada, atterri sempre sul campo giusto, lasciando quello sbagliato agli altri.
A te che hai rinunciato a stare con gli amici perchè bevono troppo.
A te che, invece, berrai fino a convincerti di essere una brava persona.
A te che ti infilerai nel letto di chi dicevi di non amare, sapendo che per te è solo badante, cameriera ed incubatrice. E tu le vuoi bene come se ne vuole ai cani fedeli, tanto per le trasgressioni hai sempre avuto tempo, ossequio ed attitudine. Che hai mentito sapendo di farlo, e che a volte non te ne sei reso conto. Io non credo, quindi non spero in una giustizia ultraterrena, e non ho nemmeno il tempo e la pazienza di aspettare sulla sponda di un fiume.
Con questo freddo, poi.
Però so che il male fatto prima o dopo torna indietro, e quando torna è talmente bestiale che nemmeno riesci a rialzarti.
A te che ogni fine d’anno compri Astra, in ricordo degli antichi tempi che furono, e poi dai solo un’occhiata alle effemeridi. Che ti guarderai allo specchio per la centesima volta, e per la centesima volta vedrai una che non conosci ancora. E poi andrai a dormire con il corpo coperto di lividi, alcuni giustificati ed altri no, accarezzando il pensiero di una leucemia fulminante.
A voi tutti levo un calice, e brindo.
Anzi no: meglio un bicchiere di plastica, tanto io il prosecco lo bevo dove mi pare.
Così non lavo nemmeno il calice: volete mettere?
Archivio mensile:dicembre 2010
Augurazzi
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Stronza II
A volte quello che senti dire da piccola ti segna.
L’assunto che esistano donne con le quali trastullarsi, e donne da porre su un piedistallo come sante non l’ho mai compreso, nè accettato.
Con l’estremismo della giovane età decisi che sarei stata io a condurre i giochi: scartando o dando credito.
Qualcosa, forse, non ha funzionato, ma la mia solitudine, dopotutto, non è figlia di vergognosi compromessi.
Nè devo sottostare all’odioso e odiato “amor di quieto vivere”. Per chi, poi?
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Di notte
Le mie parole vivono di notte, come i pipistrelli e le falene.
Svolazzano senza peso, incrociano altre parole, sognano emozioni più vicine ad un’idea di speranza che di certezza.
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Umana
Se volessi far l’amore con un uomo (ho scritto far l’amore, non scopare), mi piacerebbe che il sottofondo musicale fosse questo: all’infinito.
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Scatoline cinesi
I condomìni sono armi di distruzione di massa.
Che la vita non sia una favola lo sanno anche le mosche però sentire, tuo malgrado, certe cose, non è bello nè edificante.
E sapere che gli altri sentono le tue cose non è bello, nè edificante.
Tutti sulla bocca di tutti: e ci si sorride fingendo una spensieratezza che non c’è.
Stamattina mi sono svegliata con questa canzone in testa.
Non piazzerò megafoni dietro le porte degli appartamenti: la ascolteranno i due lettori due di questo blog in sordina.
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Va (terza persona singolare del verbo andare, indicativo presente)
Non l’abbiamo ancora sfangato, questo giorno di tortellini e tacchino, di arrosti vari, vini, cartellate e panettone.
Cosa resterà, domani, di tutto ciò?
Il ricordo.
Allora cerco di tenermi il senso di calore che mi trasmettono le persone che amo, e a culo tutto il resto.
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natale
Ho mangiato il panettone avvelenato. Adesso sono pronta per spiccare un salto, o per spegnere l’interruttore. La somma delle vite maledette si somma a maledizioni pregresse: insieme costituiscono qualcosa che sarebbe difficilissimo da sopportare per chiunque.
Ed io ho le spalle temprate, ma strette.
Adesso che il panettone avvelenato è in circolo posso salutare i figli, accarezzarli ed allontanarmene velocemente: essi sono il mio cianuro, ed io il loro.
Sia sempre maledetto il natale. Se ci fosse dio maledirei anche lui.
Sotto mi aspetta la mia vecchia e fidata auto: compagna di brutti quarti d’ora e di momenti indimenticabili.
Tra un po’ io e il panettone avvelenato ci mettiamo alla guida: e accada quel che deve accadere.
Sono blasfema, ma conosco le cause giuste e necessarie.
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Friends will be friends
C’è un sole splendido e pulito, ma l’aria è gelida per la neve caduta nei dintorni.
Ho tema anche di stendere i panni in veranda: dovrò intabarrarmi come uno sciatore.
L’amico chiama per sapere come va: è al corrente dei problemi che sto affrontando in questo periodo.
Ha modi premurosi: non avrei mai pensato, qualche anno fa, che saremmo rimasti in contatto.
A volte le persone più improbabili si rivelano sincere e leali: basta aspettarle alla fine di una lunga distanza.
– E mi raccomando, non prendere l’auto per allontanarti: le strade sono ghiacciate. Poi non hai l’abs.
– Ce l’ho.
– Ma la tua auto è vecchia.
– L’ho fatta rimettere a nuovo, lo sai.
– Sì, ma non uscire lo stesso. Non voglio che ti accada qualcosa di brutto.
Vorrei rispondere che, al punto in cui sono, anche un bel testacoda potrebbe rappresentare una soluzione.
Lo penso ma taccio.
– Grazie.
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Metalli leggeri
Grazie alla mia permanenza intermittente su facebook ho imparato che quelle che consideravo esibizioni di rutto libero (al massimo vagamente modulato) si chiamano growling.
E che il death piace anche a persone “normali”, cioè senza spilloni infilati nelle braccia, anelli al naso e facce da serial killer.
Lo ammetto: ho ancora pregiudizi residui di cui provare a fare piazza pulita.
Ma il death col rantolo non mi piace lo stesso, nè mi piacerà mai. :)
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Lei non sa chi sono io
– Chi non apprezza il dono della vita, non merita di vivere.
La consapevolezza della morte cambia tutto: se io ti dicessi qual è esattamente il giorno e l’ora della tua morte, la tua visione della vita cambierebbe completamente…
– Sì, probabilmente. Cos’è?
– Una citazione.
– Di chi? (mentre sistemo il divano devastato dal cane, passo in rassegna le mie lontane reminiscenze scolastiche).
– Saw.
– So…?
– Mamma, l’enigmista.
– Ah, beh…
Lui non sa che, per Natale, gli regalerò il cofanetto completo dei dvd. Volevo fargli una sorpresa e so che sarà una sorpresa graditissima. Anche se non se la merita.
Avesse imparato altrettanto bene le citazioni di filosofi e scrittori…
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Piccola Italia
Yara dopo Sarah.
Gli studi televisivi dei talk show si passano tra di loro i divani sui quali sono incollati i culi della Palombelli, di padre Meluzzi e del colonnello Garofano. Più altra fauna itinerante.
E l’audience sale.
Che schifo.
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Evil
A volte ho il terrore di perdere il controllo di me stessa, e di commettere un imprecisato numero di spropositi.
Stasera sono uscita dalla grazia di Dio, e per la mente mi sono passate immagini orrende.
Ho anche pronunciato parole orrende, sapendo di ferire. Contenta di ferire.
Poi mi sono sentita persa, e ho avuto paura.
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