Così non saprò mai chi fosse l’avvocato, e cosa avesse pensato del mio sguardo.
Il cellulare gli è scivolato dalle mani, spaccandosi in due, e uno strano aggeggio ha incominciato a suonare con insistenza crescente.
Non ho permesso che un povero cristo ci rimettesse una mano: dopotutto un tritacarne che squilla come una sveglia può anche essere distrutto a martellate.
Alla fine sono tornata indietro, col mio solito senso di impotenza.
Tutto intorno vivi, morti e moribondi: entità e pezzi di arredamento in un’angosciosa, splendida danza macabra.
Archivio mensile:febbraio 2013
I sogni
Pubblicato su la notte