Vicini di casa


Dopo il giorno della civetta, quello del pipistrello.
La Micia ne cattura uno e me lo porta sotto il letto nottetempo.
Mio figlio mi sveglia perchè dalla mia stanza provengono rumori di strani animali.
Lo “strano animale”,  graziosissimo, viene sottratto alle grinfie feline e messo in salvo in giardino.
La Micia, credendo di aver compiuto un’impresa, salta sul letto e cerca lodi e coccole. Considerato il fatto che, di suo, è piuttosto schiva e defilata, la accarezzo mentre lei mi dimostra il suo affetto facendo le fusa e ballando la lap dance intorno allo schermo del notebook.
Purtroppo, però, Oscarcito è geloso, quindi salta sul letto a sua volta.
La Micia, come fa sempre in occasione di queste intrusioni, volta il dorso e se ne va.
Oscar se la prende a morte e, non potendo interagire con lei perchè madame ha il suo caratterino, inizia a saltare sul
letto, devastandolo.
Si accanisce contro le lenzuola, prendendole a morsi, poi, stanco, scende e si stende sul pavimento come una stuoia.
Ora, passino i salvataggi e il pantoprazolo preso di urgenza, ma chi mi risarcisce, adesso, del sogno stroncato sul più bello?

Spettacoli


La bara è davanti all’altare: sopra ha un mazzo di fiori sobrio, dentro un uomo al quale ho voluto (e voglio) bene.
In terza fila, lo sguardo fisso in avanti, (io) assisto ancora una volta, in forma solenne, alle esequie del mio matrimonio.
Un’altra replica: la migliore.

Fotogrammi


Io non riposo con il braccio intorno al cuscino e un sorriso beato sulle labbra.
Non mi cullano pensieri rasserenanti, o speranze quasi reali.
Fingo una tranquillità che non ho più, e mi lascio andare al marasma dei miei sogni frammentati e bui.
Spesso sono ancora in ospedale, ormai non più paziente, e lui è sempre in fondo a un corridoio.
E mi chiama.
Poi apro gli occhi che è ancora buio, ma non c’è più verso di riannodare il sogno spezzato.

Io per te Margherita


Compagna Margherita, partigiana Margherita, atea militante, peccato le piacesse Renzi…
Addirittura il Corriere titola: ” La visione “di sinistra” dell’astrofisica”.
Quante ciance inutili…
E’ morta una grande donna e scienziata.
Punto.
I suoi apporti all’astronomia italiana prescindono da bella ciao, da una tessera (improbabile) di partito, dall’essere diventata, forse suo malgrado, uno dei vessilli della nostra sinistra così tanto edificante e portatrice, da sempre, di quella millantata superiorità morale che a me, solo a sentirne parlare, fa venire l’orticaria.
Ha sempre ammesso di non essere credente, e che se un giorno le fosse capitato di imbattersi in Dio si sarebbe scusata con lui.
Un paradosso, certo, ma quanto garbo e delicatezza nelle sue parole…
Esattamente il contrario di quelle delle stupide galline (che si azzuffano per niente) nostrane: l’appartenenza è una necessità, e se l’appartenente è morto tanto di guadagnato: non ci sarà nemmeno la possibilità di una rettifica.

Svolte


Questa sarà l’estate della frescura solitaria, delle birre bevute in religioso silenzio, della compagnia discreta di un detective in tv.
Poche uscite mirate, un po’ di mare, un po’ di compagnia giusta.
Non è più tempo di comuni e confusione, di scarpe spaiate e porte lasciate andare con poca grazia.
Di cazzate sparate a caso e di risate insipienti.
Scusate tanto, ma adesso ci sono io.
Il resto segua, se crede.

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I sogni


Così non saprò mai chi fosse l’avvocato, e cosa avesse pensato del mio sguardo.
Il cellulare gli è scivolato dalle mani, spaccandosi in due, e uno strano aggeggio ha incominciato a suonare con insistenza crescente.
Non ho permesso che un povero cristo ci rimettesse una mano: dopotutto un tritacarne che squilla come una sveglia può anche essere distrutto a martellate.
Alla fine sono tornata indietro, col mio solito senso di impotenza.
Tutto intorno vivi, morti e moribondi: entità e pezzi di arredamento in un’angosciosa, splendida danza macabra.

A volte


La vita è l’insieme di partiture stonate.

A volte.

E a volte non c’è rimedio.

Thinking black


Ad un certo punto ti rendi conto che l’unidirezionalità del pensiero negativo costante è il tuo unico punto fermo.
E ti viene voglia di scappare.

Even flow


Ci vuol tanto ad essere se stessi?
Forse sì, all’inizio, cioè agli albori della coscienza.
Quando ci si mette il belletto all’anima per far contenti gli altri, per compiacerli, per dimostrare che noi, almeno noi, non deluderemo mai.
Poi certe fisime se ne vanno, più o meno lentamente, e ci tocca rimanere esattamente come siamo.

Everything


Grazie per esserci, ovunque tu vada.
Per essere presente anche quando sei lontano.
Perchè sei gentile e timido, grandioso e impacciato.
Perchè se non fossi come sei saresti una fotocopia sbiadita come tante.
Inutile, senza valore.

Stanca


Via da ogni complicazione inutile,

via dai sentimenti morbosi,

via dal tedium vitae,

e dalla parte di se stessi che rema contro.

Forse la vita non è bella, ma si può ridisegnare,

almeno a grandi linee.

Delusa


Delusa.
Dalla casualità di certi eventi.
Dalla sottile perfidia dei soliti noti.
Dai flussi di coscienza incosciente.
Dall’opportunismo di chi approfitta della buona fede.
Delusa da me stessa, e dalla mia endemica disponibilità alla conciliazione.

Risposte


Poniamo agli altri domande per le quali solo noi abbiamo le risposte.
Dovremmo ricordare, sempre o almeno spesso, che siamo l’unico centro del nostro mondo, oltre che i potenziali migliori amici che avremo mai.
Senza la riconciliazione con noi stessi saremo soli, orfani, monchi.
Senza l’amore per noi stessi il futuro sarà sempre una stanza in penombra.

Cats


L’estate di Oscarcito, trovato sotto un’auto parcheggiata, l’estate dello “schifoso” e delle sue scorribande clandestine.

L’estate della Micia Ambarabà , regina offesa e spodestata.

E in questo tripudio felino, il ritorno dei morti viventi.

 

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